27 maggio 2008

AMP6 e le saldature

Mi e' capitato per le mani un amplificatore ordinato all'ormai noto sito www.41hz.com, nella fattispecie un modello AMP6. Un mio amico aveva iniziato a montarlo, ma in fase di pre-test alcuni dettagli non lo convincevano, e quindi ho pensato di "darci un occhio". Preciso che il mio amico sta iniziando ora a sperimentare qualcosa, a fare qualche saldatura non banale ed assemblare un progettino niente male.
Dopo una prima revisione, nella quale ho sostituito una resistenza che era stata tolta a scopo di misura, ho notato alcune imprecisioni che ora vi espongo.
Innanzitutto le saldature. Non mi metto a scrivere la miriade di link che vi possono portare ai piu' svariati tutorial sulla saldatura (pardon, brasatura) a stagno, sul tipo di stagno da usare, la potenza del saldatore, la pasta o il flussante piu' opportuni e via dicendo. Mi limito a dire che ci vuole "una buona mano, un buon occhio e un buon naso", come per tutti gli esperimenti in campo elettronico (confesso che questa massima mi e' stata riferita da un mio conoscente riparatore, intendendo la buona mano per saper governare il saldatore, il buon occhio per non commettere errori grossolani, e il buon naso inteso sia come "inutito", sia nel senso letterale, un naso che sente subito l'eventuale puzza di bruciato!).
La maggior parte delle saldature erano state fatte correttamente, eccezion fatta per quelle sul piano di massa. Probabilmente il saldatore non era rimasto per un tempo sufficiente sul punto da riscaldare, e il risultato era una saldatura superficiale, irregolare, di forma semisferica, che, pur provvedendo alla continuita' elettrica, sicuramente non avrebbe retto il piu' modesto degli sforzi meccanici. Questo accade perche' il piano di massa disperde velocemente il calore del saldatore, e quindi necessita di piu' tempo per effettuare una saldatura corretta.
Direi che si puo' classificare senza dubbio nella categoria delle "saldature fredde", cioe' quelle nelle quali la temperatura e' stata insufficiente alla completa fusione ed amalgama dello stagno e del flussante.
Poco male, spesso basta riscaldare nuovamente la saldatura per veder risucchiare lo stagno nel foro metallizzato, e magari non guasta aggiungerne ancora un po'.

Diversa la situazione per altre saldature su piste convenzionali. Qui il problema era l'eccessiva quantita' di stagno rilevata su alcuni punti di saldatura, che ha reso necessario l'utilizzo della trecciola dissaldante.

A giudicare dal colore, lo stagno utilizzato e' il classico 60/40 da 1 mm di diametro, che ben si presta alla maggioranza delle saldature. Personalmente ho avuto i risultati migliori usando dello stagno 67/33, da 0.5 mm di diametro. soprattutto per i componenti SMD. Ho notato che quest'ultimo tipo di stagno impiega piu' tempo a raffreddarsi, forse a causa della temperatura di fusione sensibilmente piu' bassa rispetto al 60/40; un raffreddamento piu' lento e graduale e' proficuo per evitare l'insorgere di criccature nel materiale, che a lungo andare portano ad una degradazione meccanica della saldatura, da evitare assolutamente soprattutto con i componenti piu' voluminosi.
Le saldature con lo stagno 67/33 sono anche visibilmente piu' lucenti, forse per la piccola quantita' di argento presente nella miscela, ma di questo non sono completamente sicuro. Ho intenzione di provare delle altre leghe, e di cimentarmi nella saldatura lead-free.
A breve le mie impressioni!

2 commenti:

  1. Ciao Bellaz, ho letto il tuo commento! E' molto interessante, e con il tuo aiuto ora l'amp è completato, sto cercando i componenti per la creazione della piedinatura dei segnali in ingresso. Alla prossima, sempre "per esperienza"!

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