25 agosto 2008

DAP Audio P2000 Vintage

Recentemente ho potuto completare la riparazione di un autentico "mostro". Due canali da 750W RMS l'uno. Roba da sagra, come si direbbe dalle mie parti.
Il paziente in questione è, come da titolo, un amplificatore della DAP Audio, modello Palladium 2000 "Vintage". Avevo già sentito nominare la DAP, in merito ad apparecchiature professionali di potenza, e difatti il modulo in questione è dotato di tutti i connotati del caso, ed è previsto il montaggio in rack.
Ma veniamo al dunque. Il proprietario dell'amplificatore, un mio conoscente che possiede un'attività di service audio-video, mi ha raccontato il dilemma: durante una serata, il canale destro era saltato improssivamente, e il pannello lo dava "in protezione". Ad amplificatore aperto, si notavano immediatamente i fusibili da 12A bruciati.
La sostituzione dei medesimi ha provocato nuovamente la fusione dei fusibili, segno abbastanza indicativo di un corto circuito secco.

L'amplificatore aperto:


Appena ho sentito la descrizione del guasto, mi sono fatto consegnare l'amplificatore per dare un'occhiata, pensando subito ad un corto secco nello stadio finale, un guasto piuttosto comune negli amplificatori in classe AB; di certo non mi aspettavo un finale così poderoso.
Quattro coppie (per canale!) di transistor complementari 2SC5200-2SA1943, coppia che ho scoperto essere molto utilizzata in ambito audio.

I transistor finali:


La scoperta del guasto
Ho quindi smontato il modulo relativo al canale danneggiato, segnando la disposizione dei cablaggi (ve ne sono parecchi, almeno una quindicina di fili di alimentazione con connettori Faston a guaina siliconica, una vera finezza).
Misurando blandamente con il tester la presenza di eventuali cortocircuiti, ho notato subito il corto secco a valle dei fusibili, imputabile quasi sicuramente a qualche transistor finale andato in cortocircuito pieno.
L'unico metodo per assicurarsi di ciò era dissaldare tutti i finali, e controllarli uno ad uno.

Il canale privato del dissipatore; da notare i transistor:


Infatti, dopo una semplice misurazione di continuità con il tester, ho trovato un 2SC5200 e un 2SA1943 in cortocircuito secco. Ho ritenuto che l'unica causa del malfunzionamento dell'amplificatore fossero questi due transistor, e a prova di ciò ho risaldato i rimanenti funzionanti, ho rimontato accuratamente il tutto, ed il finale ha ripreso a funzionare!
A mio avviso i transistor sono saltati per un surriscaldamento, ed è possibile che in un primo momento uno solo dei due sia andato in cortocircuito, vincolando l'uscita al potenziale di alimentazione (positiva o negativa), causando giocoforza la fusione di uno dei transistor del ramo opposto. Questa reazione a catena ha causato un cortocircuito pieno a livello alimentazione, che ha fatto fondere i fusibili ed arrestato l'imminente distruzione completa del finale.
Per i primi esperimenti ho usato cautamente dei fusibili da 3,15A.

Il problema dei transistor
Il problema, a questo punto, era trovare dei 2SC5200 e 2SA1943 nuovi.
Dei fornitori via internet è meglio non parlare, ho trovato siti molto "loschi" con spese di spedizione molto fumose, e siti che non spedivano fino al mio prossimo ordine (non faccio i nomi per ovvi motivi, ma a causa loro ho solamente perso molto tempo ed ottenuto per di più risposte sgarbate)!
Insomma, se uno ha bisogno di un 2SA1943 ed un 2SC5200 non può averli, a meno di pagarli in diamanti grezzi od oro massiccio. A parte le facezie, ero sinceramente sgomento per la difficoltà di reperire questi transistor.

La soluzione
Per fortuna mi è tornato alla mente colui che mi ha fornito gli introvabili TDA1514 per il Linn Majik (vedi post precedenti).
Dopo un breve scambio di mail (nel quale inoltre mi si spiegava l'accorgimento di leggere la sigla del "rank" per identificare la fascia di guadagno hfe del transistor), il mio "fornitore" ha avuto modo di recarsi Pechino (sic!) e trovare una coppia di transistor esattamente uguali ai miei.
In effetti, le alternative erano la ricerca di transistor di rank "o", o la sostituzione di tutti i transistor per garantire il corretto bilanciamento dei guadagni, ma la cifra da spendere sarebbe stata decisamente superiore. E poi era un peccato dissaldare 6 transistor perfettamente funzionanti ed originali per colpa di due bruciati.

Ricostruzione...
Ho quindi ricevuto i due transistor nuovi, ma prima di montarli ho dovuto smontare e pulire il dissipatore e tutti i transistor fissati al suo corpo, giacché la pasta termica si era facilmente essiccata durante le operazioni di smontaggio, e un eventuale riutilizzo della stessa avrebbe potuto mettere seriamente in pericolo l'integrità dell'amplificatore.
Infatti, la comune "pasta bianca" non è riutilizzabile in quanto da secca (basta che prenda aria una volta) produce l'effetto esattamente opposto a quello dovuto, ossia isola termicamente i transistor dal dissipatore, provocandone, cone è facile immaginare, la rottura per surriscaldamento.

La probabile causa del guasto
Dopo aver pulito con alcool il dissipatore, ho notato dei dettagli che mi hanno fatto seriamente dubitare della qualità costruttiva di questo amplificatore.
L'alluminio del dissipatore era particolarmente grezzo, si notavano alcuni fori rifatti e svasati male, un vistoso segno di una macchina utensile che aveva rigato l'alluminio proprio in corrispondenza dei transistor finali; evidentemente nessuno aveva pensato di carteggiare quella zona così sensibile, e di fatto le miche dei transistor insistevano su una superficie piena di avvallamenti e bave!
Ho quindi provveduto a lucidare le zone sensibili con carta vetrata fine, eliminando ogni asperità e garantendo una superficie più degna per un finale da 750W. Mi risulta molto strano che non siano state osservate delle norme qualitative così elementari.
Il dubbio si è fatto ancor più feroce quando ho osservato l'accoppiamento termico di una coppia di diodi e di un termistore. I diodi sono semplicemente appoggiati all'alluminio, e tenuti insieme da un abbondante strato di pasta bianca, e il termistore è letteralmente "annegato" in un avvallamento riempito della stessa pasta.
Inutile dire che con il tempo la pasta si seccherà, e i componenti sensibili alle variazioni di temperatura come i diodi e il termistore lavoreranno male.
Ad ogni modo, ho rimontato tutto esattamente "com'era prima", senza apportare modifica alcuna.

L'amplificatore sta suonando egregiamente sulla mia scrivania, ma sta pilotando delle casse da 15W, quindi sta praticamente "riposando". Al più presto sarà consegnato al legittimo proprietario, e mi auguro di poterlo sentire durante il collaudo alla massima potenza!
A breve ulteriori fotografie del lavoro svolto.

Come sempre, le foto sono visibili in alta risoluzione su PICASA

Ancora una volta, GRAZIE Maurizio!

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