30 aprile 2008

RE: RMA

Ecco la risposta del centro assistenza dopo la mail che ho inviato, nella quale li informavo dell'increscioso fatto:

"Salve,
purtroppo quando il centro assistenza ci restituisce gli hard-disk inviati loro non sappiamo cosa contengano, pertanto il ns. tecnico le ha consigliato di effettuare la formattazione che le rinnoviamo di fare.
Se avesse difficoltà a fare tale operazione può riportarci il disco che provvederemo a formattare nel nostro laboratorio.
Cordiali saluti."

DNC: Da Non Credere.

29 aprile 2008

Assistenza RMA

Oggi mi è capitato un fatto decisamente curioso.
Sono stato chiamato (al cellulare!) da un tecnico del servizio di assistenza di una nota marca distributrice di materiale informatico et similia, il quale mi avvisava che il disco Hitachi DeskStar da 160 GB che avevo portato in RMA, OTTO MESI prima, era stato sostituito ed era disponibile presso il loro centro di assistenza a Padova.
Mi sono precipitato rapidamente a recuperare il disco, visto che va montato su un computer non di mia proprietà. All'atto della consegna, il commesso mi informa che sbadatamente non ha provveduto alla formattazione del disco, quindi dentro avrei potuto trovare alcuni file, del materiale "ignoto", magari dei file copiati per verificare le prestazioni e l'effettiva funzionalità del disco. Nessun problema, anzi, apprezzo l'onestà nell'avermi comunicato questo dettaglio!
Appena arrivato a casa, ho deciso di controllare subito il contenuto del disco, per decidere se procedere alla formattazione.

Innanzitutto nel disco era installata una copia di Windows XP (mah, chissà se più o meno di provenienza "losca"), registrata a nome di un noto avvocato o medico padovano... di cui non rivelerò il nome. Dei 160 GB del disco, un centinaio erano occupati. Cosa ci sarà mai stato?
Ho osato esplorare la cartella "Documenti", ed ho trovato una miniera di cose: fatture, bonifici compilati, documenti personali, foto di vacanze, foto molto sgradite "di altro genere", e dati personali a go-go. Eh si, perché il sistema operativo era utilizzato da vari utenti, almeno da quattro persone diverse.
Lasciamo stare poi l'elevato quantitativo di musica in formato MP3, che non credo arrivasse da CD copiati sul disco fisso a titolo di backup.
Insomma, chi più ne ha più ne metta. 100 GB di dati sensibili.
Neanche un film di fantascienza oserebbe tanto.

Che dire? Più attenzione mia cara assistenza, dei dati così sensibili potrebbero finire in mani sbagliate..

Il disco rimane in attesa di decisione.

15 aprile 2008

Majik e i fulmini parte seconda

Eravamo rimasti a parlare di una scheda che sta rinascendo dalle proprie ceneri, alla quale manca praticamente il solo stadio finale.

TDA1514A. Un chip molto comune, rinomato in campo audio. Sara' un gioco da ragazzi trovarlo, mi son detto!
Detto fatto: il chip e' obsoleto da qualche tempo. Prezzo presso i fornitori della zona: 28 EURO CADAUNO. follia pura. E se fossero saltati alla prima sostituzione?

Quattro chip. Due in parallelo per canale. Due resistenze da 0,47 ohm 5W per bilanciare il tutto. Che fare? Di free sample neanche a parlarne. Solo un losco sito americano li forniva a 6 dollari, ma ho preferito lasciar stare.

La mente va agli LM3886 che ho trovato a pochi euro, o i rinomati LM1875, o degli interessanti TDA7293 - 7294, in uso negli attuali Linn.

Iniziavano a passarmi strane idee per la testa, quando ho trovato Maurizio.
Le sue parole: "Da riparatore purista, cerco sempre i ricambi originali. A volte i clienti mi chiedono persio lo stesso produttore! Sentiamoci in privato".


Fu cosi' che arrivai a concordare l'acquisto di TDA1514 provenienti da Pechino, assieme a una bella coppietta di 2SC3519 - 2SA1386.

Tutt'ora sono in attesa dei componenti, mi riservo ad operazioni concluse tutta la descrizione dell'operazione. Per ora confido nella buona sorte, spero di non vedere realizzato il mio incubo: bruciare in un sol colpo 4 preziosissimi chip che hanno fatto 20.000 km per arrivare a me.

Credo che ci pensero' una decina di volte prima di dare tensione.

3 aprile 2008

Majik e i fulmini

Scrivo finalmente della riparazione piu' complessa ed appassionante che mi sto trovando a fare.
Si tratta di un rinomato amplificatore di marca Linn, modello Majik, sventuratamente colpito da un fulmine. Il proprietario ha esplorato varie vie per una eventuale riparazione, ma il povero amplificatore e' finito nel cassetto (piu' che altro soffitta) del dimenticatoio, in attesa di futuri sviluppi.

La diagnosi di un paziente piuttosto malridotto
E fu cosi' che fini' in camera mia, dove anche io lo davo per spacciato.. Avevo pensato di recuperare i connettori e i pochi componenti sani, o al massimo sfruttare il bel mobile originale come casetta per un nuovo amplificatore.. Ma in cuor mio speravo..
Appena portato a casa, l'ho subito aperto, e lo spettacolo non era dei migliori, visto che quasi tutti i circuiti integrati presentavano segni di esplosione, e varie piste del circuito stampato erano fuse od interrotte. All'accensione, manco a dirlo, nessun segnale di vita. Giusto la tensione continua di + e - 45V ai capi dei condensatori di filtro della sezione d'alimentazione. Beh, meglio di niente, ho pensato, posso sempre sfruttare il bel toroide per l'amplificatore senza casetta di cui si parlava prima.
Ho provveduto allo smontaggio accurato dell'elettronica, e sono rimasto con la nuda scheda, che di per se' integra tutto quanto. A parte c'e' solamente il LED del pannello e una piccola scheda con i pulsanti e i display a 7 segmenti, che peraltro pareva in buono stato.

Asportiamo gli organi danneggiati
Subito ho notato l'abbondante presenza di regolatori di tensione LM317-LM337, ve ne sono ben 5, e conosco bene le loro doti di robustezza.. Coltivavo la speranza che qualcosa fosse ancora vivo, anche se immaginavo gia' di dissaldare tutto il dissaldabile, e cannibalizzare il salvabile.
Fu cosi' che osservai a lungo la scheda, le piste rotte, i chip scoppiati, e, non so come, decisi che forse si poteva tentare qualcosa.
Dissaldai quindi i quattro TDA1514A bruciati, con insolita cura, notando l'elevata qualita' del circuito stampato, sopravvissuto ad ogni tortura termica. Durante lo smontaggio del dissipatore (ridottissimo peraltro) degli amplificatori, i due transistor di potenza 2SC3519 e 2SA1386, che poi ho scoperto essere usati come regolatori lineari per l'alimentazione, mi sono rimasti praticamente in mano, e si sono poi sgretolati nelle operazioni di smontaggio di quel che restava. Il fulmine deve averli attraversati proprio per benino..

La sezione digitale, estremamente compatta, composta da un PIC16XT54, un '74HC373, tutti ovviamente SMD, sembrava intatta. Spiccava una rastrelliera per jumper, completa di una legenda che mi e' tornata molto utile.
Ho deciso quindi, istintivamente, di dare nuovamente tensione alla salma, con l'intenzione di misurare qualcosa, visto che i componenti bruciati erano ormai tolti, e il rischio di qualche cortocircuito dovuto ai medesimi era stato eliminato.

Proviamo a dare tensione
Collego quindi il toroide, collego la schedina con pulsanti e display, e do' tensione. Colpo di corrente del trasformatore e poi silenzio. Tasto qualche componente: freddi, alcuni appena tiepidi, giusto i regolatori di tensione.
Prendo il tester: 45 volt duali ok, ci sono, lo sapevamo.
Misuro a valle dei primi LM317-337 che vedo: +15 e -15 volt. Qualcosa funziona!
Misuro il 317 solo soletto in mezzo alla scheda: 5 volt. Evidentemente e' lui a dare tensione alla sezione logica! Ah si, guardiamo il display: spento, muto, non reagisce a nessun pulsante. Sconforto. Spengo tutto, cerco di calmare il tremore delle mani e ragiono.
Le tensioni ci sono tutte, e devono essere quelle giuste. Sbadatamente tocco con l'indice un chip in SMD della sezione d'ingresso, quella attraversata in pieno dalla scarica: e' ROVENTE! Quasi mi scotto!

Sembrerebbe tutto morto...
Evidentemente quei chip in SMD dalla sigla indecifrabile sono fusi. Doppio sconforto. Praticamente gli unici semiconduttori sani sono i regolatori di tensione!?! Triplo sconforto.

Ovviamente di schema elettrico o manuale dell'utente neanche a parlarne, il Linn Majik sembra sconosciuto al web.. Speriamo che con questo blog lo sia un po' meno..

Nel frattempo ho deciso di piazzare una coppia di NPN e PNP di potenza in luogo dei 2SA1386 e 2SC3519, sperando di ottenere qualcosa di piu'. Le tensioni di +26 e -25V ora sono regolate dai nuovi transistor (per la prima proa ho messo un TIP127 e un TIP122) affiancati ai 317 e 337.

Santa pazienza, mi son detto, so che i PIC sono abbastanza robusti, se la linea a 5 volt funziona significa che qualcosa di sano c'e'!
Osservo nuovamente la rastrelliera per i jumper, e leggo "link 1 + 2 to disable Poweramps".
Vuoi vedere che il chip si accorge che manca completamente il finale, e va in "protezione"?
Non ci ho nemmeno pensato, ho preso un jumper da PC ed ho unito i ponticelli 1 e 2.

La soluzione...!
Accensione..
Sul display appare magicamente la scritta "Cd". L'urlo di gioia credo si sia sentito fino a Plutone.
I tasti rispondono, le scritte cambiano "Tu, T1, T2, Au, Cd...", il volume digitale risponde "30, 31, 32... 31, 30, 29...".
L'elettronica di controllo e' SANA!!!
Lo sconforto delle esperienze precedenti e' stato spazzato via, posso realmente pensare di far tornare l'amplificatore agli antichi splendori!

Preso dalla foga, dissaldo tutti i chip fusi dello stadio d'ingresso, dopo averli fotografati e segnati in modo da ricostruirne l'esatta posizione.
Osservo bene: l'ingresso in se' e' costituito da quattro integrati siglati DG508ADY, che dal datasheet risultano essere degli ottupli switch analogici comandati da 3 bit di indirizzo.
Bene, in effetti l'amplificatore presenta 7 ingressi.. Ma perche' 4 ottupli switch? Dopo un'attenta analisi delle piste, scopro che due dei suddetti chip (uno per canale) erano dedicati alla selezione dell'ingresso vero e proprio da spedire al finale, mentre gli altri due erano dedicati alla selezione dell'ingresso da inviare all'uscita TAPE OUT. Bene, almeno ne sappiamo qualcosa di piu'.
Assieme alla marmaglia di ragnetti fusi, dissaldo anche un integrato siglato DG411DY, anch'esso switch analogico (vedasi datasheet).

E adesso?
Problema: dove trovo dei ricambi per chip semisconosciuti?

Ovviamente nessun fornitore in rete teneva a catalogo degli oggetti cosi' inusuali, tantomeno SMD. Al massimo avevo trovato dei DG408DY, dal catalogo Distrelec, ma non ero molto fiducioso in merito alle loro prestazioni. Se Linn ha scelto DG508ADY, DG508ADY deve essere.
Preso dallo sconforto (ormai siamo alla quarta razione credo), mi sono messo a girovagare senza meta nei siti delle grosse case (Philips, Fairchild, ST...), in cerca di un eventuale equivalente (pura utopia).

Quando all'improvviso l'illuminazione.

La salvezza: www.maxim.it
Sito Maxim.
Free Sample.
Non riuscivo a crederci.
La sera stessa ho ordinato 10 DG508ADY, e 5 DG411DY (per eventuali sostituzioni doppie, puo' sempre capitare di bruciare qualcosa). Scrivo l'indirizzo e invio l'ordine.
Onestamente non ci credevo, ero decisamente poco fiducioso.

Dopo una settimana, scrivo alla Maxim per sapere se il servizio funziona, se mai vedro' quei chip o se mi sono solamente illuso.
La risposta:
"Your order is being processed from the Philippines, it will take about two weeks to be shipped".
Incredibile, vedo la luce.

Funziona!!!
Venti giorni dopo il postino si presenta a casa mia con una bustina siglata MAXIM. Dentro, tre scatoline con i famigerati DG508ADY, DG411ADY, e una lettera di accompagnamento che mi ringraziava di aver scelto MAXIM.
Due o tre pizzicotti dopo, mi sono messo a saldare il dono arrivato dal cielo.
Saldatura SMD, come detto, e' stato un piacere vedere i nuovi chip funzionanti alloggiarsi sulle piazzole dei predecessori, e lo stagno fluire..
Come gia' detto, la qualita' del circuito stampato e' a dir poco stupefacente, i chip si sono saldati con grande facilita', tenendo conto che non avevo praticamente mai saldato in SMD prima d'ora.

Proviamo...
Arriviamo all'accensione. Do' tensione. + e - 15 volt. Chip freddi. Questo e' gia' un piccolo successo!
Bisogna ora controllare se tutto funziona, ossia se i chip commutano a dovere.
E' anche il momento di scoprire se tutti quei componenti in SMD (sembrano dei FET.. molto delicati..) funzionano, o se devo definitivamente abbandonare l'idea..
Collego quindi alle piazzole che sarebbero finite nei pin non invertenti dei TDA1514 un cavetto schermato, all'ingresso del T-AMP costruito il mese prima (eh si, ho preso un paio di kit dal sito www.41hz.com, sensazionali! Ma vi raccontero' un'altra volta con calma).

Alimento il T-Amp.
Alimento la scheda dell'amplificatore: lieve bump all'uscita, buon segno.
Segnali alle boccole RCA siglate CD.. uscita muta.
Ma si', forse avro' selezionato male l'ingresso! Cambio, con i tasti accanto al display, ma niente.
E' bello vedere il display rispondere, ma al tempo stesso e' molto inquietante il silenzio all'uscita. Giusto un po' di fruscio col volume al massimo. Almeno il controllo di volume pare funzionare.
Niente, tutto e' muto.
Seguo il percorso del segnale sulle piste, controllo la continuita', pare tutto a posto. Non volevo rassegnarmi all'idea che i preamplificatori a FET fossero andati, non poteva essere vero, dopo che il PIC mi aveva cosi' illuso..

Evidentemente qualcuno manca all'appello (dei componenti fusi)
Controllo con il tester i segnali ai pin di indirizzo dei DG508: tutti a +5 volt. Controllo nel datasheet: Codice "111" - Ingresso/uscita "8". Nel Linn l'I/O numero 8 dei DG508 e' collegato a massa. Significa che tutto torna. Ma i chip non commutano.
Seguo le piste di segnale degli indirizzi, ed arrivo al famigerato '74HC373. Pare sano, e' accanto al PIC.. Dev'essere sano!
Ma controllo lo stesso per scrupolo: tester collegato ad un pin d'indirizzo e accensione: 5 volt, com'era lecito aspettarsi. 5,01, 4,99, insomma 5.
Cambio ingresso, seleziono "T1", e rimane a 4,99 - 5,02. Insomma, sempre 5 maledetti volt!
Cambio, seleziono CD. Leggo 4,90 volt. Torno su T1, leggo 5,02.

Vuoi vedere che il 373 ha fuso gli stati d'uscita, e lo "zero logico" e' a 4,9 volt? Assurdo, ridicolo.

Ma provare non costa nulla. Anzi, dissaldare e saldare un chip in SMD inizia a piacermi alquanto! Prendo un '74LS373 (neanche HC, ma tale era lo sconforto che qualsiasi cosa sarebbe andata bene, pur di leggere qualche stato logico "familiare"), che avevo in casa, dissaldato da un computer chissa' in che tempi, e sostituisco.
Accendo, piazzo il tester, e leggo: Ingresso T1: 5,01V. Ingresso CD: 0,05 Volt!!! Funziona!!! Finalmente degli stati logici sensati!

Era proprio il 373.
Accendo i lettori MP3 che avevo collegato all'ingresso, alimento il T-Amp, e parte la melodia. Un'emozione unica, sentire l'amplificatore risorgere gradualmente dalla proprie ceneri. Cambio ingresso, e il volume sfuma per passare all'altro pezzo, all'ingresso di linea (ingresso ''Tu''). Cambio ingresso, e di nuovo si ripete la magia.
Posso affermare con certezza di aver riparato completamente lo stadio d'ingresso dell'amplificatore, e di aver circoscritto il problema ai finali. Soddisfazione.

Considerazioni
Mi godo per qualche minuto la musica (in realta' l'amplificatore, visto che il segnale attraversa comunque e preamplificatori a FET, solo ora mi rendo conto che sono miracolosamente sani!), ed osservo la scheda.
Misuro qualche tensione.
+26 Volt e -25 Volt alimenterebbero i TDA1514A. L'occhio cade su due LM317 e LM337 nei dintorni. Sono proprio loro a fornire queste tensioni. Li tasto, sono abbastanza caldi. Strano, non c'e' nessun carico collegato..
Misuro per scrupolo le tensioni in ingresso ai regolatori per i +15 e -15 Volt: +26 e -25.
Incredibile, solo ora scopro che i 45 volt duali vengono prima regolati a +26 e -25 da questa coppia di 317-337, queste tensioni vengono passate ad un'altra coppia simile che genera i +15 e -15 per gli ingressi, e dai +15 l'ultimo 317 ricava i 5 Volt! Che scelte bizzarre.. Ma se Linn ha fatto cosi', il motivo c'era eccome. Forse in questo modo la potenza dissipata viene distribuita meglio, e il pensiero va ai potenti 2SC3519 e 2SA1386, tutt'ora mancanti nello stadio d'alimentazione, e raffreddati dallo stesso dissipatore dei finali (datasheet 2SC3519 2SA1386).
Beh, proviamo a sostituire i defunti transistor con qualche sostituto piu' potente del TIP122 e 127 che ho messo provvisoriamente. Si tratta pur sempre di comuni NPN e PNP di potenza.
Al posto del 2SC3519 piazzo un bel BD249C (bipolare standard), e al posto del 2SA1386 sono costretto a mettere un darlington di tipo TIP145 (indovinate un po' da dove arrivava?!).

Do' nuovamente tensione, il display pronto risponde e inizio a fare qualche prova sulla sezione d'alimentazione, simulando il carico con qualche resistenza da poche decine di ohm. Tutto regolare, le tensioni rimangono fisse e regolate, anche sotto sforzo (2-3 A). I transistor scaldano come di dovere, a parte il TIP145 che causa un anomalo riscaldamento dell'LM317 che lo comanda.
Pensandoci un po' e' anche ovvio: essendo un Darlington, la tensione Vbe e' circa doppia rispetto a quella di un transistor bipolare standard, e ricordando lo schema del 317 accoppiato a PNP di potenza, e' evidente come la Vbe derivi in realta' dalla corrente assorbita dal 317. Il 317 stava dissipando una potenza doppia rispetto a quella per la quale era stato designato. Poco male, quando trovero' un PNP standard provvedero' alla sostituzione e verifichero' la mia ipotesi.

Ecco intanto un po' di foto della scheda principale dell'amplificatore dopo la sostituzione dei componenti sopra menzionati:

Panoramica della scheda:


Dettaglio sezione finali (mancanti) e alimentazione di potenza:


Retro della scheda nella zona dei finali: alcuni ponticelli sono stati fatti per ricostruire le piste evaporate:

Metà del lavoro è fatta!
Restano da trovare appunto i transistor di potenza, e i famigerati TDA1514. Ma l'ingresso funziona, e posso sempre rimediare un finale alternativo, senza dover ricorrere ai TDA1514. Ci pensero', mi son detto, per ora la gioia e' troppo grande.

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